«Nella polvere di cenere trovo la chiave del giardino, la raccolgo ancora rovente e la stringo forte perché non scivoli via: rannicchiata nel palmo della mia mano, scava una stimma sulla pelle strinata e imprime una cicatrice eterna con l’iniziale del suo nome.»
La storia che racconta Antonella Vitali evoca una struggente nostalgia, quella insita nella mancanza della persona amata, nel vuoto che lascia la sua assenza. Perché quel vuoto ha un volto, un colore, un suono, un odore…
E ne respira di odori la paziente protagonista della storia, che narra della sua esperienza in Africa come insegnante volontaria, in una terra dalle tinte del fuoco, dove gli alberi robusti accolgono i suoi ricordi.
«Un albero non smette mai di scrivere, deve dichiararsi, svelare le sue passioni, è un poeta, un folle: ingombra pezzi di cielo con un delirio di frasi e rime sublimi, l’inizio di una storia perfetta.»
Perché di ricordi parla questa storia, avvolti in una spirale onirica, dilatati in uno sguardo contemplativo, nel quale l’autrice fonde note classiche a una trascendenza religiosa.
L’amore di “Se eravamo nel mondo” echeggia infatti di note barocche, dove la realtà si cela dietro leziose metafore.
«Ogni chioma è una culla. Bagno di resina muschiata le fessure dolenti della mia anima, che si schiudono appena per suggere quel tiepido latte d’ambra.», o ancora
«Io sono acqua di lago, indosso foglie appassite in superficie.»
La trama di questa storia si dissolve in una sovrapposizione di immagini appartenenti a tempi e luoghi diversi, in un alternarsi di capitoli di diario intimo ed epistolare, anticipati da evocativi versi biblici.
«…Ti prego, fa’ che nulla ti impedisca di venire da me.» (Numeri 22: 16)
Nella vigile e straziante attesa di un gesto dell’uomo desiderato, come una moderna e resiliente Penelope, animata da una dolorosa brama per il suo amato, una vera e proprio sensucht romantica, e come una Bella Addormentata persa nel sogno dei ricordi, che non vuole svegliarsi perché sa che ad attenderla c’è la Verità, la protagonista si riempie il ventre di sentimenti e germogli di vita: pianta bulbi, veglia sulle erbe aromatiche, rinvigorisce l’edera. Cura il suo giardino, il suo spazio intimo, che è luogo di incanto in fondo al cuore, dove sorge il sentimento che, allo stesso tempo, viene preservato, al di fuori del mondo reale.
«Parte del mio viaggio è abbracciare con lo sguardo questi panorami per conservarne un prezioso ricordo, quando non saranno più che un lontano confine all’orizzonte.»
“Se eravamo nel mondo” edito da Le trame di Circe è dunque la descrizione di una attesa iniziatica attraverso un viaggio, reale e simbolico al tempo stesso, nelle regioni africane (Benin, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Sénégal, Cameroun e Mali), dove i bambini lasciano le impronte sulla polvere color ruggine, dove scarseggiano acqua e risorse, ma mai sorriso e calorose accoglienze.
Nelle terre d’Africa le emozioni della voce narrante si fondono al paesaggio, e laggiù, «dove non piove da mesi», c’è bisogno di acqua, che risani i terreni, che riempia di nuove speranze un cuore inaridito d’amore.
«Vorrei non abituarmi mai a ciò che vedo. Vorrei continuare a meravigliarmi per ogni cosa. È come vivere un’altra vita, imparare nuovi codici, rituali insoliti e segnali misteriosi per seguire tracce inesplorate. Vorrei abbracciare con lo sguardo tutto ciò che vedo, vorrei poter capire i segreti di quest’ordine, come faccia a funzionare in modo così perfetto in quello che noi definiremo disordine estremo. Eppure ogni cosa si ricongiunge, ogni gesto ha un significato e ogni anima danza in quest’orbita traboccante di vita, e non c’è solitudine né abbandono in questa terra.»
Così, circondata da rossi tramonti e sabbia rossastra, di quel colore che nel percorso di autoconoscenza che l’anima attraversa simboleggia l’unione di spirito e materia (la rubedo), in Africa la protagonista raggiunge uno stato di beatitudine interiore, lasciatasi alle spalle un passato dai ricordi dolorosi, che pure le danno forza di evocare ciò che è stato, preservandone il buono che ne è derivato, illudendosi che una traccia arrivi da lei, nella consapevolezza che il patto sacro è ormai stato spezzato.
“Se eravamo nel mondo” è un romanzo da vivere emotivamente, sentendo le immagini attraverso i suoni e i colori, centellinando le parole che l’autrice sceglie con cura, in un ritmo narrativo andante moderato.
«La spiaggia è un foglio a quadretti dove moltiplico il suo nome, arriva un’onda di zero che annulla il calcolo e volto pagina. Nessun messaggio per me. Silenzio. Niente da sommare alla sua promessa.»
Scheda del libro
Autore: Antonella Vitali
Genere: Narrativa
Casa editrice: Le trame di Circe
Pagine: 136
Prezzo: Euro 12,oo
ISBN: 979-1280683069
Illustrazione di copertina di Valeria Panzironi