Dall’amore per la lettura e la scrittura nasce nel 2016 un ambizioso progetto di due ex-matricole universitarie presso l’università Kore di Enna. Il territorio siciliano, con la sua storia e la cultura classica in cui affonda le sue radici, è terreno fertile di idee e ispirazioni per i due fondatori del progetto editoriale GAEditori, raccontato da Gaetano Amoruso a Mi libro in volo.
Ciao Gaetano, grazie per essere qui a condividere lo spazio che Mi libro in volo dedica agli Editori. Comincerei subito col chiederti di presentare la realtà editoriale che gestisci assieme al tuo co-fondatore Antonello La Piana, evidenziando i punti di forza che la contraddistinguono sul mercato.
“GAEditori è una straordinaria avventura iniziata tanti anni addietro, forse inconsapevolmente, ma che di fatto si è concretizzata solo da quattro anni in maniera improvvisa ed entusiastica. Un’idea rimasta tale per tanto tempo e poi, tolto il tappo – personalmente ero legato contrattualmente con un’altra casa editrice – è implosa nelle nostre vite con la passione di sempre. Il logo bicolore ne riproduce l’essenza, e la crisalide che diventa farfalla è il giusto passaggio, accompagnato dall’amicizia, rappresentata dal colore giallo, e dalla spiritualità, rappresentata dal colore fucsia. Oggi la farfalla di GAEditori campeggia ad Agira, in provincia di Enna, attuale sede legale, e a Catania.
Dedichiamo due parole anche allo Staff che ti affianca?
La nostra è una piccola realtà che si diverte un sacco nello svolgere il proprio lavoro. I collaboratori sono prevalentemente donne: Giada che si occupa degli eventi, Egle, la più piccola, testarda come il padre, che supervisiona il lavoro grafico, Grazia, spirito libero e fine voce narrante, Cettina che da Roma si occupa degli autori della capitale e della regione. E adesso passiamo ai maschietti: Mario, il nostro fotografo anziano… ma non ditegli così, Antonello occulto regista del nostro presente e futuro imprenditoriale e infine ci sono io che mi sono riservato la divisione e-book e audiolibri.”
Dai testi classici della tradizione occidentale e orientale, pubblicati sia in italiano che in lingua originale a quelli degli autori locali, sia del passato che contemporanei, il vostro catalogo si presenta vasto e variegato. Come selezionate la scelta dei vostri testi?
“Per quanto riguarda i testi destinati alla pubblicazione cartacea, la selezione è rigida. Pubblichiamo quello che riteniamo valido soprattutto dal punto di vista della scrittura in sé. Niente orrori grammaticali, ottima semantica, testo scorrevole e interessante. Gli autori devono avere il dono della sintesi e non perdersi in meandri oscuri e ripetizioni che allungano, impastano e abbruttiscono il libro. Siamo curiosi e quindi pubblichiamo tutti i generi. Dopo aver concluso la collana “Il primo passo” attualmente i nostri testi destinati alle librerie rientrano nella collana “Il porta lettere”, nata dopo la scomparsa di mio padre. Fin dall’inizio, il postino, com’era conosciuto in paese, ci ha dato coraggio e speranza.”
Qual è, secondo i vostri criteri, il quid che deve avere un manoscritto per convincervi a pubblicarlo e, soprattutto, quanto conta nella scelta l’orientamento del mercato?
“Antonello solitamente è la figura che avalla o meno l’eventuale pubblicazione. Segue il proprio istinto, l’esperienza degli studi personali, la passione che riversa nel mondo dell’editoria e della cultura in genere, spesso a prescindere dalla richiesta del mercato che vuole soprattutto testi facilmente vendibili, preferibilmente ad un pubblico già individuato e targettizzato.”
Come spieghi il fenomeno tutto italiano del “si pubblicano più libri di quanti se ne leggano”?
“Penso che questo fenomeno riguardi alcune case editrici nate con l’intento esclusivo di pubblicare chiunque e qualunque scritto formato da grafemi neri su dei fogli bianchi per un calcolato ritorno economico. Il contenuto quindi diventa del tutto irrilevante…purtroppo.”
Quali strategie deve adottare allora una realtà editoriale per incentivare l’amore per la lettura?
“Solo una, si chiama passione e se questa è vera saprà trovare la strada per coinvolgere chi ti segue, dagli autori ai lettori.”
E adesso, entrando nello specifico dei vostri titoli, citiamo una pubblicazione dello scorso autunno, La delusione di Dio, di cui sei tu stesso autore assieme a Eveljn Emmanuello, progettista multimediale e digital strategy consultant. Di questo libro la sinossi afferma che è un: “titolo diretto e provocatorio, è una narrazione appassionante che prova a descrivere un mercato dei consumi alla perpetua creazione di nuovi bisogni, un mercato del lavoro che ha smarrito il valore della dignità del lavoro, un mercato finanziario che ha perduto il suo ruolo di servizio verso l’economia reale. E la vittima prescelta è l’uomo.” Da dove nasce l’intento di mettere a confronto l’aspetto economico con quello religioso?
“È stato lo stesso Papa Francesco che ci ha ispirato titolo e testo. La delusione di Dio è stata una meditazione proposta dal Pontefice per la messa del giorno 30 marzo 2017 a Santa Marta, un piccolo esame di coscienza come da lui stesso definita. Il libro anticipa di fatto l’Economy of Francesco , ovvero un invito ad una economia più sostenibile e inclusiva per cambiare quella attuale, per affrontare un radicale processo di cambiamento, come scritto nella sua Laudato Sii, senza più quei lati oscuri che contraddistinguono il mondo del lavoro e del marketing più aggressivo. Ci sarà un pre-evento a fine marzo ad Assisi e poi una grande manifestazione verso novembre alla quale hanno risposto imprenditori di circa 120 paesi di tutto il mondo. Da buoni ex studenti universitari io ed Eveljn ci siamo divisi i compiti: lei, marketer di professione, si è occupata del marketing e dell’attuale sistema economico visto dalla prospettiva digitale, mentre io ho analizzato il lavoro perverso. È nato così il testo La delusione di Dio presentato ufficialmente a Torino il 5 ottobre 2019 presso la Libreria Belgravia. Nessuno di noi però avrebbe mai pensato di incontrare Papa Francesco. Nel corso di un’udienza privata, il 31 dello stesso mese, visibilmente emozionati, abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola e donargli due copie del libro.”
Fra le pubblicazioni più recenti, quali ti senti di citare per incuriosire i lettori di Mi libro in volo?
“In primis l’ebook dell’autrice australiana Catherine Helen Spence, la storia di una donna del 1888 che si ritrova a passare una settimana nel 1988 tra incredibili conferme e poche novità sostanziali, A week in the future, in inglese, destinato prevalentemente al mercato statunitense dove abbiamo un notevole riscontro di vendite. Poi il testo dello scrittore cinese del secolo scorso Lu Xun, in cartaceo e digitale, dal titolo Diario di un pazzo, un libro molto surreale, una metafora sulla società cinese moderna, all’epoca in un momento storico molto sanguinario.
In conclusione, ti chiedo: quali progetti futuri la GAEditori ha in serbo per il suo pubblico di lettori?
“GAEditori è una commistione di conoscenze diverse che ci ha portato in pochi anni ad essere presenti al Book Fair di Francoforte, a Tempo di Libri di Milano nel 2017 e 2018, al Taobuk di Taormina e quest’anno a Una marina di libri, fiera del libro che si terrà a Palermo agli inizi di giugno. Nel febbraio 2019 si è dato il via al comparto e-book e successivamente al filone degli audiolibri. Abbiamo toccato quasi tutte le regioni d’Italia con le nostre presentazioni, con una rapida capatina a Londra, grazie alla nostra autrice Anna Powar. Il 2019 è stato un anno fuori da ogni previsione. Abbiamo pubblicato un libro per conto del Vaticano e incontrato il Papa. A breve andremo in Sardegna, poi nel Lazio e in Calabria, in un continuo impegno che ci rende sempre più soddisfatti.”