Nelle tasche di un amore di Alberto Oliveri

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L’impetuoso sentimento dell’amore, vissuto nella sua passionale interezza, nella silloge poetica “Nelle taschi di un amore” edito da Letteratura Alternativa Edizioni di Alberto Oliveri trova uno spazio intimo come ricerca, un desiderio che, valicando i confini del corpo, raggiunga un appagamento interiore di fusione con l’altro.

“e t’osservo… anima fragile di un velato rossore abbandonata alla carnalità di un amore appagato.”

L’amore stilla come nettare nei verso di Oliveri, nei sapori più svariati, nei profumi più inebrianti che vanno dalla voluttà, passione e attrazione fisica all’amore puro, traducendo il classico contrasto fra eros e agape. L’amore si trasforma da amor terreno a forza totalizzante che unisce corpo e anima, un amore che ambisce a raggiungere un posto nascosto, un Graal quasi impossibile da scovare:

“Perché Donna tu ne hai il mio senso nelle tue parole mai scritte…”

L’amore carnale descritto dal poeta è dunque il desiderio di raggiungere l’altro in

“antiche tristezze, desideri infiniti”,

E’ quell’amore che il corpo anela vivere, ma che la voce non riesce a dire, quasi non esistessero frasi per definirlo, come accade nella poesia

INCASTRO

Non vi sarà mai il modo per enunciare il brivido che corre nel corpo quando cerco di te solo te non ho mai quella parola che possa essere l’incastro di un attimo perfetto perché ogni attimo è l’incastro che ancora devo realizzare ed io mi perdo mi perdo accecato del tuo immenso nel tuo immenso muoio senza te non dimenticarlo mai.

E’ un sentimento irraggiungibile nella sua interezza, pregno di struggente nostalgia di una meta difficile da raggiungere:

“… sfioro la felicità con il prezzo della sofferenza io esisto se esiste il viaggio io non esisto se non per tutta la durata del viaggio.”

E’ un sentimento che desidera appartenere, competere con le parole che non lasciano via di scampo:

APPARTENGO

Appartengo nella grazia di un perdono appartengo ad un orizzonte terreno appartengo alla preghiera e a un cantico appartengo alla tua parola verbo che sfama verbo che disseta parola che mi appartiene io sono la tua memoria.

La copertina della silloge poetica “Nelle tasche di un amore” edito da Letteratura Alternativa Edizioni – anno 2018.

E’ la percezione di una mancanza difficile da esprimere, una emozione che balla gitana lungo i confini del cuore per sfiorare l’intimità più intima dell’amata attraverso il suo corpo:

“…ogni attimo è nostalgia di pensiero ogni attimo è desiderio del tuo corpo e di te”

E’ la percezione di un timor panico che sconvolge, ma eccita la ricerca che racchiude l’antica paura dell’abbandono, nella consapevolezza di non poter mai appartenere all’altro del tutto e in tutto quel cercarsi non si ritrova altro che “una stilla di piacere”.

“… ho una leggerezza chiamala di poesia ma ho una leggerezza che si racconta in puntini d’inchiostro come macchie di versi nella leggerezza di un mi manchi scritto a penna nel cuore e ti amo dove tu sei leggerezza fra le righe scritte di un velluto fiato di noi.”

E allora, il senso dell’amore cos’è? Ci prova, a dircelo, l’autore nella sua poesia:

NON SENSO

Se mi chiedessi cos’è il senso dell’amore credo ti risponderei così dove l’infinito sa andare l’oltre e come l’oltre è eterno nella mia consapevolezza di cos’è l’amore nella sua complessità e di ogni giorno che trascorro in essa ne avverto il mio avvicinarmi ma conscio di un senso/non senso amare nell’amore seppure sfiorandolo il valore aggiunto nel dire ti amo ad una persona perché non vi è certezza in nulla ma solo istanti che scorrono come poliedrico vestito cucito addosso ai nostri desideri e alle nostre volontà questo è il mio senso.

Chi è Alberto Oliveri

L’autore Alberto Oliveri, appassionato di lettura, scrive poesie, aforismi e racconti.

Torinese, nato sotto il segno dell’Ariete, Alberto Oliveri presta servizio come sottufficiale della Marina Militare Italiana a …. presso l’Istituto Idrografico dove ha conseguito il brevetto in Idrografia – Oceanografia – Topografia. , Ha partecipato a diverse operazioni in teatri “operativi” tra le quali va ricordata quella svoltasi nel Golfo Persico e conosciuta come Operation Desert Storm (1990/1991). Ama leggere romanzi di avventura e fantascienza ed è autore di  poesie, aforismi e racconti.

 

 

 

Mini intervista all’autore

Da sottoufficiale della Marina Militirare ad autore di una raccolta in versi che denunciano un bisogno di fusione, carnale e spirituale nella relazione amorosa. Come scopre la vena poetica Alberto Oliveri e come convivono Ares ed Eros in te?

“Innanzitutto ti ringrazio per questo spazio che mi hai gentilmente concesso, devo dire che la sensazione di un’intervista, per me che non sono molto abituato, mi emoziona parecchio, ma è anche fonte di grande piacere. Sì Sottufficiale ancora in servizio presso l’Istituto Idrografico della Marina Militare, ente cartografico delle Stato, organo ufficiale per la produzione e la divulgazione di tutta la documentazione nautica atta alla sicurezza della navigazione. Alberto in veste di scrittore si scopre per caso… Nasce un po’ di anni fa, quandi ero agli inizi su un social e trovavo tantissime immagini e foto che, essendo amante della fotografia, mi davano soddisfazione ed erano spunto per i miei pensieri. Ritengo che la svolta effettiva sia avvenuta dopo aver trascorso un periodo di terapia intensiva a causa di un infarto. Quando la gente parla di vedersi scorrere la vita davanti gli occhi è ver, è ciò che ho vissuto. Ricordo che provavo materialmente con la mano a prendere alcuni fotogrammi della mia vita, i primi ricordi che la mia mente custodiva, ma era tutto troppo veloce ed è stata quella la svolta. Sentivo il bisogno di esprimere, in qualche modo, il mio modo, forse delle volte criptico, duro e difficile da leggere, ma era mio e sapevo che nessuno poteva portarmelo via. Ares ed Eros, che connubio! Sono un Ariete, che dire di più? Il mio è un andare al massimo, un confronto continuo, è eccezionalità, differenza… Non posso legare o frenare la mia natura, se lo faccio, essa quanto prima riemerge. La forza che porto dentro delle volte fa male e non solo a me e la passione mi necessita come l’acqua. Se amo dò all’altra persona tutto l’oltre di me, non ho mezze misure.”

Il mare fa da sfondo alle tue giornate, che nell’immaginario collettivo artistico si carica di un forte e variegato simbolismo. Cosa rappresenta per te, che scrivi poesie?

“Il mare…Non mi piace il mare calmo, amo la burrasca del mare. Per dieci anni sono stato imbarcato. Il mare in burrasca è vivo, ti urla contro, ti sfida, ti chiama…è capace anche di premiarti, non sempre ma certamente ti lascia il suo segno dentro. Il mare per taluni è un orizzonte finito, per me è ricerca continua, rappresenta forse l’unica entità in grado di sapermi leggere sino in fondo, perchè sa custodire ciò che solo io posso sentire.”

La tua produzione spazia dai versi alla prosa. Da cosa dipende la scelta dell’una e dell’altra e, soprattutto, per una tua prossima pubblicazione, quale sceglierai?

“Ad esser sincero non ho mai ponderato scelte o differenze fra l’una e l’altra perché tutto nasce dal momento, da ciò che tre elementi (testa…pancia…cuore) entrano in sintonia, quindi è un tutto spontaneo per com’è, senza metriche o altro. Il prossimo tascabile sarà solo e semplicemente quell’emozione fuori da ogni riga di normale pensiero.”