Aspettando che venga sera di Gianfrancesco Timpano

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Nel romanzo breve Aspettando che venga sera di Gianfrancesco Timpano edito da Letteratura Alternativa Edizioni, luci e ombre si alternano in una narrazione, ora intimista e frammentaria, ora discorsiva e incalzante, nella commistione di dramma, intrighi e azione, abilmente intrecciati fra loro.

“Lei sta sempre dietro i vetri, quando torno; mi va che ci sia il suo sguardo ad accompagnarmi, mi fa sentire più allegro e un po’ meno solo. A casa ho finalmente un pensiero bello da tenere con me nel disordine più totale.”
“Ora sento che posso permettermi di sognare, ci sei tu ad alimentare il mio desiderio di liberarmi del mio passato, ma soprattutto del mio presente, fatto delle stesse cose di allora.”

Le ferite, quelle inferte in età precoce, si richiudono soltanto a metà, suppurando negli strati più profondi della pelle, una pelle irruvidita dall’assenza di carezze. Non batte più il sole su quella corteccia, vive nell’ombra di ricordi sbiaditi che si perdono ogni notte negli stessi incubi. La storia che racconta Gianfrancesco Timpano è l’incontro di due solitudini che infrangono lo schema del loro dramma, nel tentativo inconscio di spezzare le catene di un passato che continua a ripetersi nella sua crudele insensatezza. Lei(la) e Lui(gi), l’atavica pazienza, sopportazione femminile in cui risiede la forza per affrontare le avversità e l’istinto a proteggere dalla rude sopraffazione fallocentrica, si osservano da lontano, si scelgono e si ritrovano per intrecciare le loro vite a un nuovo destino.

La copertina del romanzo breve “Aspettando che venga sera” -Letteratura Alternativa Edizioni – 2018.

Afa, nebbia, paesaggi paludosi fanno da sfondo a vicende torbide ma mai oscene. Scandita da frequenti cambi di punti di vista, la narrazione adottata da Timpano si mantiene infatti lucida, senza mai scadere nel morboso o nel violento, grazie a una scrittura suadente e precisa. La modulazione del ritmo narrativo è ben equilibrata dall’alternarsi delle sequenze riflessive che frammentano la linearità del racconto nei frequenti cambi di punto di vista, al dinamismo delle azioni fino a raggiungere picchi di tensione.

“… sei come ti immagino, come ti sogno mentre guardo nel vuoto: buono, protettivo, generoso, coraggioso, pronto ad ascoltare e desideroso di amare e lasciarsi amare?” si chiede Leila alla finestra osservando Luigi passare sulla sua bicicletta sgangherata.

“Il mio sguardo si va a poggiare sui vetri di un’imposta fiocamente illuminata, sofferente, come lo sguardo della donna che sta al di là e mi fissa: conosco quell’espressione triste e vuota, gli occhi non sono gli stessi, ma il dolore è il medesimo di quelli del mio unico ricordo ricorrente.” Pensa Luigi passando sotto la casa di Leila.

Rinchiuso nel suo silenzio, nascosto dal mondo, Luigi si muove impacciato nei pressi del lago in cui si rifugia “nonostante tutto, incespico spesso nelle asperità e nelle fenditure del terreno”. Schiacciata dai soprusi, Leila sopravvive violata nella sua innocenza di bambina e deposta come una merce tra le mani di un nuovo boia assalitore: “Da bambina dovevo sottostare al volere di mio padre e alle sue voglie perverse, senza che mia madre avesse il coraggio e la forza di opporsi, di contrastarlo” perché da adulta per lei la storia si ripete: Tale condizione non è cambiata nel matrimonio, è diverso solo il porco, ma fetore e rantoli sono sempre gli stessi di prima.”

Come la foschia che avvolge lo scenario della narrazione, in Aspettando che venga sera edito da Letteratura Alternativa Edizioni, le ombre del passato restano in agguato e calano insidiose sull’anima quando finalmente riposa, oscurando la luce ritrovata. La paura, il vuoto, il turbamento possono ancora assalire quando la pace non è sempre la chiave di volta per aprirsi al futuro, ma l’autore regala speranza nella scoperta di un nuovo modo di amare, una tenerezza mai provata, un rifugio sicuro tra mani nuove, non più rudi e violente, ma grandi, forti e piene di calore, mani che accolgono e proteggono, nell’intreccio di abbracci in cui i corpi, adesso padroni delle loro emozioni, sono consenzienti a un richiamo docile e sincero, : “Non è il bisogno di un piacere momentaneo, ma l’inconsapevole desiderio di una condivisione amorosa mai conosciuta, che si è fatta strada nel cuore e nei sensi e che lo guida con spontaneità a trovare il caldo rifugio che Leila gli offre tra le gambe” proprio perché:

“Il calore che si danno ha l’effetto di rassicurare entrambi dalle paure tremende del tempo andato.”

Chi è Gianfrancesco Timpano

Appassionato di sport sin da giovanissimo, diventa insegnante di Educazione Fisica, senza smettere di allenarsi e gareggiare presso il campo di Atletica Leggera e di dedicarsi alle attività sportive della montagna e alla vela. Per i suoi 50 anni decide di scalare il Monte Bianco. Inizia a suonare il basso elettrico e si esibirà con le sue canzoni assieme al cantautore ternano Carlo Ruggiero nel 2011. Nello stesso anno esce per la Thyrus Editore il suo primo libro, un racconto, una favola di montagna ispirata dalle sue esperienze alpinistiche. “Aspettando che venga sera” segna invece il suo esordio con la casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni nel 2018, romanzo breve che viene selezionato con altri tre titoli della casa editrice per rappresentare la letteratura italiana all’estero in occasione della FRANKFURTER BUCHMESSE, la Fiera internazionale di Francoforte.