“Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.”
(Daniel Pennac)
Il 2020 è stato un anno difficile. Un anno in cui abbiamo fatto i conti con incertezze e restrizioni, fuori e dentro di noi. E se nei primi mesi tutto appariva confuso e inaccettabile, pian piano abbiamo cominciato ad ancorarci a piccole abitudini per affrontare l’isolamento e sconfiggere il senso di solitudine. Una di queste, per molti, è stata la lettura. Ma se prima rubavamo il tempo ai mille impegni che ci sovrastavano per riuscire a terminare un romanzo, durante i lockdown quella che per noi era una consuetudine e che per altri ha rappresentato una riscoperta, ci ha spinti a fare i conti con un nuovo tempo, a silenzi mai provati, a momenti di pause impreviste. Ci siamo adeguati al tempo sospeso e a stati d’animo fino a quel momento sconosciuti, ritrovandoci a selezionare i libri da leggere, perchè non sempre è risultato facile abbandonare i pensieri e lasciarli perdere fra le pagine. Siamo andati alla ricerca di libri che potessero, in un certo senso, salvarci. Abbiamo capito che l’amore per la lettura può avere, per noi, inaspettati risvolti.
Ce lo spiegano anche gli autori che nel 2020 Mi libro in volo ha intervistato. Ciascuno di loro ha scelto un libro da consigliare, un libro che in qualche modo ha permesso di alleggerire i momenti di sconforto o di regalare ore di piacevole distrazione.
«Fra i libri usciti nel 2020 e tradotti anche in italiano, opto per Le gratitudini di Delphine De Vigan, Einaudi. È un libro che, con delicatezza e sensibilità, affronta il tema dell’anzianità e della graduale perdita del sé nella malattia. A fare da contraltare a questo senso di smarrimento c’è però il sostegno delle persone amate, con cui non sempre si hanno necessariamente legami di sangue e che spesso si trovano ad attraversare la nostra vita quasi per caso e per poco tempo, ma comunque lasciano un segno indelebile. È un romanzo sull’importanza delle parole, su come il linguaggio ci definisce e ci dà forma e storia, nonché identità. Una lettura estremamente piacevole e scorrevole nonostante i temi profondi trattati.»
«Fra i libri che mi hanno tenuto compagnia in questo anno, scelgo Terra Alta di Javier Cercas, edito in Italia da Guanda, un romanzo profondo, originale e avvincente, un giallo che travalica il genere, come tutti i buoni romanzi, narrato mantenendo sempre viva la tensione e serrato il ritmo, senza le lungaggini e le ridondanze cui spesso si abbandonano i narratori spagnoli, Cercas incluso.
«Devo essere sincera, il libro che mi ha salvato durante il primo lockdown non è niente di particolarmente impegnato. Avevo il cervello bloccato. Passavo troppo tempo a leggere le notizie del Covid. Poi un giorno ho scaricato l’audiolibro in inglese (letto meravigliosamente da Jeff Harding) di Killing Floor, il primo della serie di thriller Jack Reacher scritti da Lee Child, dal titolo italiano Zona pericolosa. Ed e’ stato amore a prima vista. Durante quei mesi cupi, quando arrivava la sera, ascoltavo i vagabondaggi rissosi di Jack Reacher, ex militare che gira gli Usa in autostop con in tasca solo uno spazzolino da denti, e mi sentivo invincibile come lui. Mi ha divertito immensamente. In Italia lo traduce Longanesi.»
«La mia scelta senza ombra di dubbio è Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, un romanzo labirintico, in cui perdersi e scordarsi della realtà tediosa che ci circonda oggi per immergersi in una vicenda incredibile, su una famiglia e su un villaggio che sono metafora della specie umana e del nostro destino. Ha una trama che ricorda una spirale, con il suo succedersi di generazioni e di uomini e donne che finiscono sempre col commettere gli stessi errori come se fossero condannati a un destino ineluttabile, e ha una prosa che parte lenta e diventa sempre più veloce e densa.»
Le autrici di Storie sbagliate
Serena Pontoriero:
«In primavera ho letto il breve romanzo Il mondo alla fine del mondo di Sepulveda edito da Guanda e che non è fra i suoi più conosciuti. Consiglio di leggerlo a chi ha bisogno di grandi spazi, emozioni e avventura. Ambientato in Cile, il protagonista è un giornalista vicino a Greenpeace che parte per fare un’inchiesta sulla caccia selvaggia di balene. La descrizione della navigazione fra baie e stretti, se saprete fare astrazione dalla geografia, vi farà sognare. Vivrete a bordo di un peschereccio, sentirete freddo, vedrete paesaggi, comprenderete gli uomini e, se avrete fortuna, ammirerete il dorso del più grande animale al mondo! Accompagnato da un forte messaggio a favore dell’ecologia, Il mondo alla fine del mondo offre un’esperienza di viaggio quasi onirica.»
Ilaria Negrini:
«Lezioni di volo e di atterraggio è l’ultimo libro pubblicato, da Einaudi, di Roberto Vecchioni, cantautore che da molti anni scrive romanzi bellissimi. Questo non è un romanzo, è il racconto di un periodo, intorno agli anni Ottanta, in cui insegnava al liceo. È il racconto delle sue lezioni, dei dialoghi con gli alunni, della sua amicizia con Alda Merini. Cercava di far ragionare i ragazzi perché non accettassero una realtà già costituita, perché non restassero mai passivi e, attraverso la conoscenza delle cose e delle parole, potessero essere persone capaci di affrontare ogni aspetto della vita e sapessero sempre far emergere la Bellezza.»
Ilaria Biondi:
«In questo anno difficile e tormentato, in cui la necessità di scrivere e leggere si sono a lungo atrofizzate, un libro piccolo nelle dimensioni ma dalla potenza incendiaria mi ha cavato fuori dal mio surreale assopimento: Buchi temporali, silloge poetica fotografica di Moka & Cosetta Frosi, YCP. Finestre gettate sul mondo fuori, e quello dentro, le immagini di Cosetta, con una tangibile verità di sentire che si interseca e perfettamente si sovrappone, si abbraccia alla parola tersa di Moka, al suo sguardo capace di snudare la realtà. E poi di porgerla e restituirla, con garbo, verità, stupore. Bucando la ferita e, attraverso le sue crepe, lasciare filtrare l’invisibile luce.»
Emma Fenu:
«Solo danni collaterali, ispirato ad una vera vicenda giudiziaria e edito da Marlin nel 2020, è l’ultima opera di Pier Bruno Cosso, scrittore sassarese ed è un romanzo, intenso e coraggioso senza scadere nella critica demagogica, racconta l’abuso di potere di un giudice ai danni di un medico di famiglia, onesto cittadino e professionista esemplare divenuto, seppur innocente, vittima del sistema. Il titolo suggerisce l’amara ironia che pervade le pagine: la distruzione dell’autostima, le ripercussioni in famiglia e in ambito lavorativo, le notti di sonno rubato, i giorni agli arresti domiciliari sono solo effetti collaterali?»
Maria Cristina Sferra:
«Tra i libri che ho letto nel 2020, consiglio Tango rosso di Maria Antonietta Macciocu, Golem Edizioni, un romanzo che racconta la nascita e l’evoluzione di un rapporto malato, in cui la protagonista diviene vittima di un’ossessione. Un libro che percorre il rapporto tra Giulia e Banderas, dove l’epilogo si trova in bella vista già nel primo capitolo ma può essere compreso solo dopo aver attraversato tutta la storia. Un tango rosso passione che ammalia, un ballo rosso sangue che uccide. Lo sguardo profondo della scrittrice sulla dipendenza affettiva ci regala una narrazione raffinata che tratta il difficile tema della violenza di genere con grande attenzione e lucidità.»