Il presente diventa sempre, raccolta di racconti dell’autore romano Marco Dalissimo edito da Letteratura Alternativa, si distingue per le atmosfere visionarie in cui la capitale fa da sfondo a cronache quotidiane che sfociano nel surreale.
In attesa dell’imminente uscita del nuovo romanzo di Marco Dalissimo, Mi libro in volo propone la recensione della raccolta di racconti che l’autore romano ha pubblicato nel 2018 per Letteratura Alternativa Edizioni.
Dall’incipit della raccolta Il presente diventa sempre di Marco Dalissimo – Letteratura Alternativa Edizioni – 2018:
“Trovare un’uscita nel muro, un vero varco, abbandonare questo secolo appena nato. (…) Fuggire da questi padri assassini e da queste donne mute. E non tornare uomo, mai più. (…) Passare nel muro, così, senza memoria delle cose inventate, e diventare altro.”
Se vi dicessero che esiste un passaggio che da questa nostra dimensione storica e temporale ci trasporta altrove, decidereste di oltrepassarlo? Magari vorremmo ritornare in quell’arcano “dove” da cui proveniamo e ricominciare tutto daccapo, oppure rinascere sotto altre forme e non sentire mai più l’urlo di dolore del mondo che comincia a strozzarsi, non vedere la Pazzia che ingoia tutto. Sì, quel varco potrebbe annientare tutto, ma potremmo anche rischiare di ritrovarci faccia a faccia con il nemico che più temiamo, quell’immagine che ci osserva dallo specchio quando decidiamo di rifletterci.
“Sono una forma in piedi sul terreno che sbriciolandosi cade a terra, nella stanza riflessa.”
Questo viaggio, che avviene su più piani temporali, tra passeggiate lussuriose in mezzo alle tombe di un cimitero, in notti in cui gli spiriti del passato sembrano ridestarsi e voler comunicare con quelli che sembrano i vivi, fra perdite e ritrovamenti inspiegabili, tentativi di fuga, nell’interrogativo se uccidere o no, tra ricordi, rimpianti e timori, conduce a una sola e unica meta, che ogni lettore dovrà scoprire da sé.
Le tappe del viaggio, di volta in volta diverse, dalla resistenza all’ambiguità, fino alla delicatezza di amori perduti, sono i racconti che compongono la raccolta Il presente diventa sempre dell’autore romano Marco Dalissimo pubblicato nel 2018 dalla casa editrice astigiana Letteratura Alternativa.
Pervasa da atmosfere oniriche che irrompono nella quotidianità, la narrazione travolge il lettore nelle già citate multiple sovrapposizioni temporali, reali o interiori, in cui il confine tra possibile e impossibile si sfalda, il tempo si dilata o si arresta ed è allora che gesti e parole che i protagonisti scelgono iniziano a plasmare il mondo che decidono di attraversare. Dal verde al rubino, dai flussi cangianti lunari ai bagliori di mercurio della luce del giorno che filtra da dietro le colline, le frequenti variazioni cromatiche diventano vivide rappresentazioni di sensazioni ed emozioni, che rendono la raccolta, intervallata da un breve interludio poetico chiamato Interregno, a tratti visionaria, a tratti malinconica.
Roma, la città in cui sono ambientati i racconti, appare come una miniatura racchiusa in una boule de neige da rovesciare e da scoprire, è lo scenario che fa da sfondo alle vicende, riflettendosi nei vari personaggi con dialoghi diretti e stile asciutto, e nei gesti ora eclatanti, ora placati da sentimenti di solitudine o struggente nostalgia, come quello per un incontro che resta appeso al filo di un addio mancato.
“Spero di vederti arrivare dal vialetto che scende verso il frutteto e chiudo gli occhi. La chiamo pazzia, ma non è così, è uno spazio dove trovarti ancora. Cosa sono dieci anni? Un luogo dove non puoi tornare dopo l’ultimo passo di oggi, di stasera.”
Chi è Marco Dalissimo
Nato a Roma, ha frequentato l’Istituto D’arte Silvio D’Amico. Dopo aver lasciato tutto per la musica lirica, si trasferisce a Londra e, rientrato nella citta natia, si rimbocca le maniche per ricominciare, senza mai abbandonare le sue passioni: l’arte, la lettura, il cinema e il teatro, e scopre la fotografia che usa per le sue creazioni in digitale. Possiede l’intera discografia di David Bowie e un numero considerevole di volumi sulla storia di Roma. Il suo aforisma è: “Vivo di reale astrazione e la racconto”.
Nel 2010 ha pubblicato il primo romanzo “Nessun dio sulla terra” edito da Zona Editrice.
Nel 2015 pubblica con L’erudita di Giulio Perrone la raccolta “Un anno senza giorni”.
Le sei prose ( o poesie/concetti visivi ) contenute in questa nuova silloge “Il presente diventa sempre” hanno vinto il premio “Adrenalina” 2017 nella sezione scrittura e possono essere ascoltate su Youtube digitando “Riflessi” Marco Dalissimo Pelliccione.
Nel 2015 ha definitivamente abbandonato il suo vero nome Marco Pelliccione per usare Dalissimo come definitiva identità.
Mini-intervista all’autore
La musica lirica, la fotografia, la passione per il cinema, per l’arte e, last but not least, la scrittura. Come convivono queste svariate attitudini in Marco Dalissimo?
“Sono la somma della mia persona, perlomeno quella della parte progettuale. Sono anche l’espressione dei miei diversi periodi vitali, dei miei fallimenti, anche se mai realmente tali, perché ogni volta passione e impegno ti portano in luoghi che non avresti potuto vivere o sperimentare, dunque espressione delle mie esperienze. Il cinema, va detto, è solo uno dei miei interessi, mentre con la musica ho avuto un rapporto reale, per un lungo periodo ho preso lezioni di canto lirico, e questa fortuna è stata forse la più formativa sotto l’aspetto della volontà e del sacrificio, perché la mia natura è di base anticonformista. La scrittura esiste come prova della voce narrante interiore che come individuo ascolto nonostante un certo tormento, per questo motivo tutte le mie storie hanno una componente molto descrittiva, ma spesso, e per fortuna, ironica e comica. Per quanto riguarda la fotografia o le arti figurative in senso lato, anche questa volta, per il mio nuovo romanzo in uscita, ho realizzato la copertina. Ecco, credo che sia questo il mio primo modo di comunicare, quello più urgente, mentre scrivere, come sai, è un’esperienza introversa, di riflessione, c’è una solitudine diversa nel progettare una storia, anche se ogni forma di creatività è un mezzo per arrivare agli altri, dunque sociale.”
Rifacendoci alle tematiche multitemporali della tua raccolta di racconti, se dovessi scegliere di attraversare il varco che divide il tuo presente da una dimensione altra, dove ti ritroveresti?
“Nel Presente diventa sempre il tempo e il sogno, presente e passato sono una cosa sola, come la città dove vivo, Roma, e amando quanto resta della sua forma antica posso dirti che questo non luogo è la mia città. Roma è una scatola psichica dove cammini nel multitemporale come dici tu. Freud la paragona alla mente di una persona in cui niente di tutto quello che è stato edificato è andato perduto, ma inglobato. Ma per rispondere ai miei desideri mi troverei a Dublino, credo, e a Miami, quest’ultima città estremamente moderna a contatto con il mare.”
Adesso sveli alcune curiosità sul nuovo romanzo in uscita ai lettori di Mi libro in volo?
“Inizio col dire che ancora una volta ho deciso di affidarmi alla casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni e, come ogni volta, alla fine di un lavoro permango in quello stato d’animo che è un posto sospeso, un interregno, come dico spesso, in cui emozione e incertezza diventano un nuovo punto di partenza. Per non svelare troppo, accenno solo che la storia è principalmente quella di due coppie e altrettanti personaggi che credono di meritare soltanto il posto che hanno. Sembra che tutto possa capitolare da un momento all’altro, ma nei loro dubbi (anche dolorosi) trovano il modo di non lasciarsi (nutrendo dinamiche sbagliate). È un romanzo ambientato in un inverno gelido che diventa anche l’unico luogo della storia. In diversi momenti ho usato descrizioni che potrebbero essere quelle di una messa in scena teatrale, e probabilmente tutto il lavoro potrebbe trovare anche un’ipotesi di questo tipo. Non mi resta che augurarmi che i lettori di Libro in volo vogliano presto leggerlo.”