Edito da Piemme nel 2018 e candidato allo Strega 2019, L’acquaiola dell’autrice di origini molisane Carla Maria Russo è il racconto di un’eroina umile e forte, portavoce di valori antichi e ancestrali di una realtà aspra e rurale nell’Italia meridionale del primo Novecento.
«Maria è consapevole dei suoi obblighi. Il senso del dovere è radicato nel suo cuore come le rocce nella terra delle sue montagne. Le piacerebbe fermarsi un poco davanti al fuoco, lasciare che lo sguardo si perda nelle fiamme guizzanti. Ma la stanchezza la vince, le palpebre si fanno pesanti. La fantasia non trova la forza di sbrigliarsi e correre lontano, di chiedersi se la vita ha ancora in serbo un dono per lei. Non sa immaginare, Maria.»
Autore: Carla Maria Russo
Genere: Narrativa
Casa editrice: Edizioni Piemme
Pagine: 256
Prezzo: Euro 17,90
ISBN: 978-88-683-6574-5
Una comunità rurale nel cuore dell’Appennino meridionale italiano dominata dal patriarcato, dall’oppressione dei padroni della terra. Un luogo arcaico dove il tempo è immobile, tutto si ripete in un movimento circolare, scandito dal medesimo ritmo e dove, fra miseria e analfabetismo, la solidarietà consolida la parte più umile della comunità. Questo lo sfondo in cui si dipanano le vicende de L’acquaiola di Carla Maria Russo, breve ma emblematico romanzo di un universo femminile sommerso.
Maria, l’acquaiola
«L’acqua da prendere alla fonte ogni giorno dell’anno, più volte al giorno, con qualunque tempo: il sole di agosto, mentre il sudore scorre a rivoli e la polvere della strada toglie il respiro, la pioggia di ottobre, col fango che appesantisce gli scarponi e lega le gambe, la neve e il gelo dell’inverno, quando l’asino va tenuto con forza perché a ogni passo rischia di scivolare e il freddo spacca le mani fino a farle sanguinare.»
Come l’acqua che scorre erode la roccia più dura, cammina infaticabilmente alle prime luci dell’alba la giovane Maria, lavoratrice determinata. È lei che, silenziosamente e umilmente, muove e smuove la comunità. Prima come bracciante, poi come fornitrice di acqua alla famiglia di don Francesco, il signorotto del paese, facendo la spola per chilometri e per più volte al giorno tra la fonte e la casa padronale, la quindicenne e instancabile Maria mantiene e sostiene piscologicamente la sua famiglia, l’anziano padre ammalato e l’unica sorella rimasta in paese, fragile per le numerose gravidanze e il gravoso compito materno. Un corpo minuto il suo, ma nerboruto, una giovane anima dotata di una sapienza antica e innovatrice al tempo stesso. Maria è una figura multiforme, che veste ora i panni accoglienti di Estia quando dinanzi al focolare si raccolgono intorno a lei i personaggi che dalle sue labbra si abbeverano dei suoi consigli e ammonimenti, ora quelli dell’orgogliosa e indomita Artemide, fino a mostrare lo sguardo dell’astuta e determinata Atena.
Fiera, nella sua indipendenza, austera nel suo innato senso del dovere, pronuncia la frase che riassume in maniera lapidaria la sua filosofia di vita:
«La vita è dura, prima lo capisci e meglio è.»
Il simbolismo de L’acquaiola
La storia che racconta Carla Maria Russo, già autrice di romanzi storici, è il racconto, spesso taciuto, dei racconti femminili, il risveglio di una coscienza sempre tenuta a bada da abusi e soprusi. Maria fa da train d’union fra la comunità rurale e i nuclei famigliari che la compongono, è il cardine di una cultura arcaica e solida, ma è anche il nuovo ponte che si staglia sul risveglio di una energia tutta al femminile. È lei, infatti, che cova rabbia quando le viene strappata la sua pura innocenza. L’affronto alla verginità è l’offesa grave che la vita le riserva. Privata della sua libertà di scelta, la violenza subita la porta al rifiuto dell’affettività materna, che esprime invece con eccessiva abnegazione verso il piccolo Ermes, figlio del giovane e ribelle padroncino Luigi che ha accudito da bambino. La figlia Nella, rifiutata, le si para dinanzi come uno specchio, rimandandole l’immagine dell’esclusa, dell’emarginata che lei, al contrario, ha saputo oltrepassare preservando autonomia e cocciutaggine, prerogative che ammorbidirà invece con l’arrivo della nipotina verso la quale mostrerà un affetto viscerale e incondizionato che dentro sé ha sempre soffocato. Maria è dunque il femminile universale, il ventre ora caldo e accogliente, ora freddo e vuoto, come le fasi della vita della donna, come le epoche che si alternano nella storia delle donne.
La struttura de L’acquaiola di Carla Maria Russo
Il romanzo, fruibile e dallo stile semplice e scorrevole, presenta un impianto corale, dove ciascun capitolo riporta il nome dei personaggi della comunità, espediente grazie al quale l’autrice permette di cogliere i diversi punti di vista di tutti loro, offrendo uno spaccato storico di una realtà chiusa dell’Italia centro meridionale, così come si intuisce dai pochi cenni, nei primi decenni del secolo scorso. Sono gli anni in cui nel meridione cominciano a diffondersi, con grande reticenza, le prime idee socialiste e liberali, gli anni della massiccia ondata di emigrazione verso la “Merica” di giovani vite indifese e abbandonate a se stesse.
Maria, personaggio principale, solido e dignitoso, sopravvive a questa realtà grazie alla sua innata resilienza, è la bandiera che sventolando diffonde il grido di libertà dell’essere umano che mai si lascerà abbattere dalle avversità della vita.
Il messaggio del romanzo
L’acquaiola di Carla Maria Russo è un inno alla forza e alla sapienza femminile attraverso il simbolismo ancestrale dell’acqua, quel fluire universale della vita, ora continuo ora stagnante, che purifica e salva, e Maria, nel suo inarrestabile movimento, si fa messaggera di una potente alchimia vitale che oltrepassa i limiti del tempo e dello spazio.
Chi è Carla Maria Russo
Nata a Campobasso, si è laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi in Storia del Risorgimento. Per la casa editrice Il Battello a vapore ha esordito nella narrativa con i due romanzi Il mio amico Napoleone (2003), disponibile anche in versione audiolibro, e Il segreto di Clelia (2011). Appassionata di ricerca storica, ha pubblicato per Edizioni Piemme nel 2005 La sposa normanna, che si è aggiudicato i premi Città di Cuneo Primo Romanzo e il Feudo di Maida. Sempre per Edizioni Piemme sono stati pubblicati: Il Cavaliere del Giglio (2014), La regina irriverente (2015), L’amante del Doge (2016) e il ciclo dedicato alla figura di Caterina Sforza: La bastarda degli Sforza (2016) e I giorni dell’amore e della guerra (2017), inoltre Le nemiche (2017), L’acquaiola (2018), candidato al Premio Strega 2019, e nell’ottobre 2019 i romanzi Lola nascerà a diciott’anniaggiudicatosi il premio letterario Fenice Europa, e Una storia privata. La saga dei Morando. Carla Maria Russo è la pagina internet dell’autrice.